Il futuro del foodtech: intelligenza artificiale e robotica trasformano le fabbriche italiane

Il futuro del foodtech: intelligenza artificiale e robotica trasformano le fabbriche italiane

COMUNICATO STAMPA – CONTENUTO PROMOZIONALE

 

 

Milano, 10/11/2025 – Ad oggi sono 340 le startupfoodtech attive in Italia e solo nel 2023 questo settore è riuscito a raccogliere 167 milioni di investimenti, registrando una crescita del 9,8% rispetto all’anno precedente. Tuttavia questi numeri non sono abbastanza per stare al passo con i competitors europei. Difatti a dominare la classifica con 1 miliardo di euro di investimenti nel 2024 c’è la Germania, seguita subito dopo da Regno Unito con 700 milioni e Olanda con mezzo milione. Ma non solo, l’Italia resta un passo indietro anche ad industrie alimentari più piccole come quelle di Danimarca e Repubblica Ceca. Questo articolo indagherà le nuove tecnologie che stanno sempre più interessando questo crescente mercato, il loro impatto economico ma anche i possibili ostacoli e sviluppi futuri.  

Nel 2024 il mercato agricolo 4.0 italiano ha subito un rallentamento, registrando un valore di 2,3 miliardi di euro con una perdita dell’8% rispetto al 2023. Tuttavia, Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood, spiega “Nel 2024, abbiamo assistito per la prima volta ad un rallentamento del mercato dovuto perlopiù ad un calo negli investimenti in macchinari agricoli, anche se è significativo osservare una crescita delle soluzioni software”. In più, uno studio effettuato da Federalimentare, ha evidenziato come nel 2024 gli investimenti in startup agri foodtech siano calati drasticamente fino ad arrivare a 100 milioni di euro, dato che aumenta ulteriormente il divario con gli altri paesi europei. Le principali tecnologie che invece si stanno consolidando nell’industria alimentare sono prima fra tutti l’intelligenza artificiale, guardata con maggior interesse dai leader del settore, Internet of Things, nonché sensori che permettono un monitoraggio continuo, e la robotica collaborativa, robot che affiancano le persone durante il lavoro. 

Dati interessanti sono stati scoperti dalla ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dal Laboratorio RISE: il 41% delle aziende agricole italiane utilizza una tecnologia di agricoltura 4.0, mentre il 29% ne utilizza due o anche di più. Ad oggi una delle più utilizzate è il Machine Learning per il controllo qualità. In particolare, vengono installati dei sistemi di visione artificiale per verificare i prodotti e riconoscere autonomamente ad esempio verdure danneggiate o elementi estranei. Tutto questo è stato possibile addestrando l’intelligenza artificiale con migliaia di immagini, in questo caso, di verdure buone e difettose. Anche la robotica collaborativa sta facendo grandi passi avanti e viene scelta da sempre più fabbriche italiane. Come anticipato, questi sistemi permettono ai robot di affiancare gli esseri umani durante tutto il processo produttivo. Progettati per garantire la sicurezza dei dipendenti, i robot vengono impiegati per lavori ripetitivi e pesanti. La società cooperativa agricola Centro Lazio è stata una delle ultime a portare questa tecnologia all’interno delle proprie fabbriche grazie al progetto europeo Hartu. Parlando di tecnologie innovative non si può non citare la blockchain, utilizzata anche da diverse aziende leader nel settore alimentare come Barilla. Si tratta di un sistema che consente di tracciare in modo accurato tutte le fasi che attraversa un prodotto, dall’origine delle materie prime alla vendita. Ma non solo, poiché permette di integrare certificazioni come quella biologica, DOP e IGP. Tutte queste informazioni sono poi visibili al consumatore grazie ad un qr code applicato sulla confezione dei prodotti.  

L’integrazione tra intelligenza artificiale e robotica sta rivoluzionando la produzione alimentare italiana, con sistemi capaci di adattarsi in tempo reale alle variazioni di prodotto e ottimizzare autonomamente i parametri di processo. Il Politecnico di Milano prevede che entro il 2026 oltre il 40% delle linee di confezionamento utilizzerà sistemi AI-driven per il controllo qualità e l’ottimizzazione produttiva. In questo scenario, fornitori tecnologici di macchine confezionatrici per alimenti come Techno-D stanno evolvendo le proprie soluzioni integrando algoritmi di machine learning nei sistemi di pesatura e dosaggio, permettendo una precisione senza precedenti e una riduzione degli scarti del 30%. Il PNRR ha destinato 800 milioni di euro per supportare questa transizione, riconoscendo nelfoodtech uno dei pilastri della competitività futura del sistema industriale italiano. 

Uno studio condotto da Updata, azienda specializzata in intelligenza artificiale, sul settore agroalimentare ha mostrato come diverse aziende che hanno investito in AI sono riuscite a raggiungere il pay-back in un solo anno, ciò significa che l’investimento è stato ripagato per l’appunto in 12 mesi. Un ulteriore dato rivelato è la percentuale media di riduzione degli errori di produzione ottenuta grazie all’ausilio dell’AI che arriva al 15%. Per quanto riguarda il miglioramento di produttività e qualità, Linda Napoletano, Director e Head of Manufacturing di Deep Blue, in merito al successo della cooperativa agricola citata prima ha dichiarato: “L’esperienza condotta presso il Centro Lazio ha confermato come l’impiego di robotica e intelligenza artificiale possano migliorare la qualità dei processi, ridurre gli errori e valorizzare il lavoro umano, aprendo nuove prospettive di innovazione per le imprese agricole e manifatturiere”. 

Non tutto però è facile come sembra. Le aziende dell’industria alimentare italiana si ritrovano a dover superare sfide e barriere per accedere a queste innovazioni. Primo fra tutti vi è il grande investimento iniziale in tecnologie all’avanguardia che può raggiungere facilmente centinaia di migliaia di euro. Cifre così elevate possono rappresentare un grande problema per piccole aziende e startup. Un fattore da non sottovalutare è poi la formazione dei lavoratori. Quest’ultimi, soprattutto se di età avanzata, è facile che riscontrino difficoltà nell’utilizzo di strumenti digitali e per questa ragione è facile che li guardino con diffidenza e paura. A tal proposito, è oramai risaputo che la mentalità conservatrice prevalga in questo settore e che di conseguenza può rappresentare un ostacolo importante all’apertura verso nuove tecnologie. 

Le previsioni per il 2030 sono chiare e le parole chiave da tenere a mente saranno: sostenibilità, innovazione e digitalizzazione. Il report pubblicato da Grand View Research stima che il mercato globale del foodtech arriverà a 355 miliardi di dollari nel 2030 e che sarà proprio l’automatizzazione e la digitalizzazione della filiera il motore di questa crescita. Per quanto riguarda il contesto italiano, il PNRR rappresenta un’ottima opportunità per abbattere la barriera economica iniziale e far sì che molte altre aziende implementino la loro produzione con nuove tecnologie. Invitiamo chiunque sia interessato a consultare il sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per approfondire tutti i requisiti necessari per richiedere gli investimenti. Ad oggi le tecnologie 4.0 possono veramente fare la differenza e rappresentare una leva strategica su cui puntare, perciò prenderle in considerazione non è solo una scelta sostenibile ma anche e soprattutto intelligente. 

 

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