(Adnkronos) – I successi delle nazionali di pallavolo, maschile e femminile; Jannick Sinner, i ragazzi della Davis e le ragazze della Billy Jean King al vertice del tennis mondiale; l’oro di Mattia Furlani nel salto in lungo. Guardando solo alle ultime settimane, lo sport italiano è ormai stabilmente sul tetto del mondo. E il calcio? Per due volte consecutive la nazionale è rimasta fuori dai mondiali, nel 2018 e nel 2022. Mentre il livello della serie A si è oggettivamente abbassato, perdendo i calciatori di primissima fascia, nonostante i buoni risultati degli ultimi anni nelle coppe europee. Â
E’ evidente un cambio di gerarchie che viene da lontano. Dentro ci sono scelte sbagliate, soprattutto quelle dei vertici del calcio italiano, sia a livello di nazionale sia a livello di club. Ma ci sono anche scelte lungimiranti e investimenti che hanno alimentato negli altri sport un movimento dal basso, che sta producendo talento, incidendo anche sulla base, sulle scelte che quotidianamente fanno le famiglie e i bambini. Â
Quello della pallavolo, sia a livello maschile sia a livello femminile, è un movimento che consolida la sua crescita costante. Le imprese della squadra di Fefè De Giorgi e di quella di Julio Velasco non hanno solo portato in bacheca il quinto mondiale, il secondo consecutivo, per gli uomini e il secondo, a 23 anni dal primo, per le donne, hanno anche catturato l’attenzione di un Paese ‘stordito’ dalle clamorose eliminazioni della nazionale di calcio. I risultati arrivano per il lavoro che è stato fatto a tutti i livelli, dalle palestre nelle scuole ai centri federali. Catturando anche attenzione, energie e passione perse per strada da un calcio ‘malato’. Â
E lo stesso si può e si deve dire per il tennis. Perché dietro al fenomeno Jannick Sinner, che si contende con Carlos Alcaraz la testa della classifica mondiale, c’è Lorenzo Musetti numero 9 del mondo, e ci sono Flavio Cobolli (25), Luciano Darderi (30), Lorenzo Sonego (44) e Matteo Berrettini (55) a scrivere una storia che autorizza a parlare di una ‘scuola’ italiana. Come dimostrano anche le due vittorie consecutive in Coppa Davis, nel 2023 e nel 2024. Meno giocatrici di livello assoluto nel tennis femminile, guidate da Jasmine Paolini, numero 8 della classifica Wta, con le sole Lucia Bronzetti e Elisabetta Cocciaretto tra le prime cento. Eppure, grazie al talento senza età di Sara Errani, e al doppio con Paolini, l’Italia ha vinto la competizione a squadre, la Billy Jean King Cup, sia nel 2024 sia nel 2025.Â
Risultati che anche l’atletica italiana continua a ottenere, con Mattia Furlani fresco campione del mondo nel salto in lungo a bilanciare la crisi di Gianmarco Tamberi, nel salto in alto, e di Marcell Jacobs nella velocità . E’ una tradizione di grandi percorsi individuali, sulla scia lunga delle icone Pietro Mennea, Sara Simeoni e Fiona May.Â
Resta, sullo sfondo, il calcio italiano. Con le grandi formazioni del 1982 (Zoff, Bergomi, Cabrini… con Rossi; Tardelli e Conti protagonisti assoluti) e del 2006 (Buffon, Zambrotta, Cannavoro… con Del Piero, Totti e Pirlo) a ricordare una storia sempre più lontana. Oggi, esultando per gli altri sport, dobbiamo restare attaccati alle chance residue di ritrovare il Mondiale con l’Italia guidata da Rino Gattuso e alla speranza, in prospettiva, che possano nascere e crescere nuovi talenti, nonostante le condizioni precarie della Serie A e del sistema calcio nel suo complesso. (Di Fabio Insenga) Â
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