Trapianti, in Italia record donazioni e scende attesa, a Milano congresso specialisti

Trapianti, in Italia record donazioni e scende attesa, a Milano congresso specialisti

(Adnkronos) – L'Italia è seconda in Europa, solo dopo la Spagna, per le donazioni di organi. Stando alle cifre indicate dal Centro nazionale trapianti, il tasso raggiunto è stato infatti di 28,2 donatori ogni milione di abitanti, dietro alla Penisola iberica (leader mondiale con 48,9), ma davanti a Francia (26,3), Regno Unito (21,3) e Germania (11,4). Ma si può fare ancora di più: ne è convinto il professor Luciano De Carlis, già primario al Niguarda di Milano e presidente della Società italiana trapianti di organi che, dal 21 al 23 settembre, terrà, a Milano, il suo 48.esimo congresso nazionale: "Le liste di attesa -spiega De Carlis- sono ormai di solo tre o quattro mesi, ad eccezione del rene dove invece si possono raggiungere i tre anni. Si tratta di numeri incoraggianti ma non bisogna accontentarsi. Bisogna puntare sull'informazione per incoraggiare le persone a dichiarare in vita la propria volontà di donare, in caso di morte, i propri organi". Un problema culturale che riguarda in particolare i ragazzi e gli anziani: "I primi -afferma il presidente di Sito- si sentono lontani, per l'età, dal problema mentre i secondi ritengono che i loro organi non siano, diciamo così, più utili. Niente di più sbagliato: l'attualità di ricorda che una donna di 102 anni ha donato il proprio fegato e che, in linea generale, è frequente che ciò possa accadere nella fascia che va dagli 80 ai 90 anni. Per questo è sempre più necessario intensificare le campagne di informazione, a partire dalle scuole dove è quantomai opportuno spiegare l'importanza di uno straordinario atto di altruismo. Nessuno può sentirsi escluso da questa esigenza sociale, nemmeno i nostri figli. Un tempo, nei nostri ospedali, arrivavano ragazzi deceduti per incidenti sul motorino. Ora invece ciò accade per i monopattini. Ma il risultato è lo stesso ed è per questo ritengo sia fondamentale esprimere la propria volontà in tema di donazioni. Riusciremmo così a ridurre ancora di più la mortalità nel paziente in attesa di trapianto, mortalità che, grazie alle nuove tecniche a disposizione, ha fatto già registrare una diminuzione significativa". A partire dalla possibilità di effettuare una donazione a cuore fermo e all'utilizzo di macchine di perfusione sempre più performanti: "Il problema in Italia -afferma De Carlis- è che le norme impongono un'attesa di venti minuti dopo l'arresto cardiaco, mentre in gran parte d'Europa è di appena cinque minuti. Per questo, dopo le necessarie valutazioni, dieci anni fa effettuammo al Niguarda il primo trapianto di fegato a cuore fermo aprendo di fatto una frontiera di grande rilevanza che ha permesso, da lì in poi, di aumentare la possibilità di sopravvivenza del 25%. L'80% degli organi, prelevati con questa tecnica, risultano poi utilizzabili anche grazie all'utilizzo di macchine di perfusione ormai raffinate, il cui costante utilizzo non solo può contribuire a rendere l'intervento da urgente a elettivo ma ha un'altra funzione fondamentale: condiziona l'organo, ovvero migliora la sua capacità funzionale".  Un'altra importante novità, che verrà affrontata durante il Congresso, riguarda il trapianto di fegato, dove si registra un incremento nel contrasto delle malattie oncologiche. Un cambiamento rispetto a pochi anni fa, quando il trapianto veniva invece effettuato prevalentemente a seguito di una cirrosi, esito dell'epatite C che adesso, però, è stata praticamente debellata dalla terapia medica antivirale: "Ne consegue -sottolinea il presidente di Sito- che le nuove indicazioni al trapianto riguardano appunto i pazienti colpiti da tumore, grazie a protocolli sperimentali che vedono la partecipazione di tutti i Centri italiani e la supervisione del Centro nazionale trapianti. Il che dà speranza di guarigione in molti settori come la malattia metastatica del tumore del colon retto al fegato o come il colangio-carcinoma. Ma va precisato che non c'è un'apertura totale a tutti i pazienti col tumore, ma sono ad alcuni casi ben selezionati". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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