Riforma giustizia, Scajola: “Meloni non teme toghe come gli alleati di Berlusconi”

Riforma giustizia, Scajola: “Meloni non teme toghe come gli alleati di Berlusconi”

(Adnkronos) – "E' una riforma importantissima. Serve stabilizzare la democrazia nel nostro Paese che è a rischio". Lo ha detto il sindaco di Imperia ed ex ministro Claudio Scajola a Liguria d'Autore, la rassegna promossa da Vis Factor a Rapallo. "Se il bravo sindaco Bagnasco di Rapallo passeggia per Rapallo e chiede 'senti un po' c'è il nuovo sindaco, è bravissimo', e poi si gira e dice 'c'è il procuratore della Repubblica', la gente corre verso il procuratore della Repubblica perché comanda lui. Non c'è dubbio che abbiamo sovvertito l'ordine democratico in questo Paese. Abbiamo dato un ruolo alla magistratura che è assolutamente improprio. La riforma è fondamentale per la garanzia che si possa ricostruire un valore democratico sull'equilibrio dei poteri", ha sottolineato. Perché ci è riuscita Meloni e non Berlusconi? "Perché gli alleati del nostro governo con Berlusconi non ci hanno permesso di farla perché doveva cadere Berlusconi per mano della magistratura. Quello che adesso è cambiato è che la Meloni non ha questo timore e quindi è meritoria su questa riforma che passerà. E passerà anche nell'opinione pubblica. Il problema è un altro e cioè che è una riforma che non è ancora sentita tra la gente ma è sentita tra chi è più colto dalla preoccupazione dell'equilibrio dei poteri", ha detto ancora.  Quella che sta vivendo oggi la politica italiana è la "fase dove la politica è assestata. Il maggiore responsabile della pochezza che oggi ha come rappresentatività il Parlamento italiano è dovuta alla legge elettorale: il cittadino non sceglie più. Quando Berlusconi si è affermato, e si è passati dalla cosiddetta Prima Repubblica alla Seconda, c'era come legge elettorale il Mattarellum, dove i collegi erano una competizione diretta fra persone. I collegi erano 475, tanti; quindi tu non potevi far eleggere la Velina o il prediletto: dovevi far eleggere quello che, essendo competitivo, doveva essere più bravo dell'altro. E doveva essere considerato così dai cittadini. Quella legge, che secondo me negli ultimi anni è stata ancora la migliore, ha portato a un Parlamento rappresentativo. Cos'è successo dopo? Due fatti, secondo me, che sono la crisi della politica di adesso, e che sono il motivo per cui il 50% e più non va a votare: perché non si riconosce più in quelli che ci sono", ha affermato. "A questo – ha proseguito Scajola – si è aggiunta la riduzione dei parlamentari, che è stata una sciocchezza, facendo credere alla popolazione che diminuendo i parlamentari diminuivano i costi della politica: abbiamo ridotto i rappresentanti del popolo, abbiamo fatto diminuire la forza del popolo nel governo della Nazione e abbiamo fatto una legge elettorale dove tu hai solo un compito: per farti eleggere deputato devi dire sempre di sì e piacere al leader che fa le liste".    —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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