(Adnkronos) – Le urla strazianti rimbombano all’interno di ‘Casa della Letizia Piccoli Apostoli della Misericordia” di Zagarolo: sono le 19.30 del 16 gennaio scorso e al di lĂ della porta dell’ufficio di Annalisa Ricci, operatrice ed educatrice della casa famiglia, si sta consumando una scena terribile. Una donna nigeriana, ospite con i suoi bambini, impugna un grosso coltello che affonda su un’altra ospite italiana, anche lei mamma, ormai crollata a terra sotto il peso delle ferite. Non si accontenta, e anzi si accanisce sulla vittima, inseguendola per colpirla di nuovo. Il sangue è ovunque, chi assiste impotente grida aiuto.Â
Annalisa Rissi è nel suo ufficio insieme a una bambina ospite della casa famiglia, mentre ascolta terrorizzata le urla. Non ci pensa un attimo e corre nel tentativo di bloccare la donna nigeriana che giĂ , come raccontato successivamente da altri dipendenti suoi colleghi, da tempo dava segni di squilibrio ed era assistita per un supporto psicologico. L’ospite nigeriana, vedendola, lascia la vittima a terra per accanirsi su di lei. Colpisce Annalisa con diverse coltellate dietro alla testa, sulla schiena e sulle braccia. Una delle coltellate le perfora il polmone. Cade a terra, e in suo aiuto si precipitano altre due ospiti della casa famiglia che riescono a disarmare la donna nigeriana. Con le ultime forze rimaste, ormai in un lago di sangue, l’operatrice riesce a chiamare la figlia per chiederle di avvertire il 118 e le forze dell’ordine. Ed è così che salva l’ospite ferita e se stessa dall’aggressione violenta.Â
A distanza di 11 mesi dai fatti, la donna nigeriana è stata condannata a 8 anni di reclusione in primo grado dal Tribunale di Tivoli. “Una vicenda, il cui epilogo era stato piĂą volte annunciato, questa è l’amarezza – dice all’Adnkronos l’Avvocato Loredana Mazzenga, che assiste l’operatrice ferita – Ancora una volta, la vita di una mamma lavoratrice, è stata messa in serio pericolo dall’indifferenza di chi aveva il dovere di proteggerla e tutelarla. La mia assistita ancora oggi, a distanza di quasi un anno dal fatto, sta pagando le sofferenze fisiche e psichiche subite a causa di questa aggressione del tutto immotivata, ma come ripeto inequivocabilmente aspettata”. (di Silvia Mancinelli) Â
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