(Adnkronos) – I tumori ginecologici impattano fortemente non solo sulla vita delle pazienti, ma anche su quella degli operatori sanitari. Difficoltà psicoemotiva e burnout colpiscono 4 professionisti su 10 che si devono occupare di queste neoplasie. Sono malattie che richiedono un impegno significativo e continuo sul piano sia clinico che psicologico. Per prevenire e contrastare tra i professionisti sintomi di esaurimento emotivo o di depersonalizzazione, Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ha lanciato il primo progetto nazionale di educazione. Nelle scorse settimane sono state organizzate 5 lezioni online di formazione e sensibilizzazione rivolte ai clinici. Gli incontri hanno avuto l’obiettivo di riconoscere le diverse forme di disagio psicologico, fornire conoscenze della sindrome del burnout e proporre strategie per fronteggiare le problematiche. L’iniziativa ‘Tumori ginecologici e burnout negli operatori sanitari’ è stata realizzata grazie al contributo non condizionante di AbbVie e viene presentata oggi in una conferenza stampa online. Â
“Tra le varie sfide che l’oncologia moderna deve affrontare, vi è anche la tutela della salute psico-fisica di tutti coloro che assistono i pazienti – sottolinea Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom – Le neoplasie ginecologiche rappresentano un esempio emblematico di quanto sia difficile per un clinico trattare certe gravi malattie. Spesso le diagnosi sono tardive e quindi anche le possibilità di successo delle terapie si riducono notevolmente. Ciò è particolarmente valido nel carcinoma ovarico che colpisce in oltre il 90% dei casi donne over 40. Vi è poi un’alta mortalità che si riscontra ancora tra le pazienti e che porta costantemente gli operatori ad interfacciarsi con fonti di stress emotivo. Con le nostre lezioni online abbiamo voluto dare a tutti i professionisti uno strumento concreto d’aiuto”. Â
“Tra le maggiori difficoltà riscontrate, vi è la costante necessità di dover comunicare notizie infauste a pazienti e caregiver – prosegue Gabriella Pravettoni, direttrice Divisione di Psiconcologia dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e professoressa di Psicologia delle decisioni all’università Statale del capoluogo lombardo – L’esposizione continua alla sofferenza può determinare un esaurimento emotivo che è una delle componenti chiave del burnout. Lo stress determina inoltre conseguenze negative a molti medici. Tra le più frequenti vi sono l’abuso di alcol o la tendenza ad altri comportamenti non salutari, l’aumento di sintomi ansiosi e depressivi e più in generale una peggiore qualità di vita. Se non viene affrontato correttamente, e da professionisti preparati in modo adeguato, il burnout può influire negativamente anche sulle scelte terapeutiche dei clinici”. Â
“Nel complesso le neoplasie ginecologiche fanno registrare nel nostro Paese ogni anno oltre 11mila nuovi casi – aggiunge Domenica Lorusso, professore ordinario di Ostetricia e Ginecologia alla Humanitas University e direttore del Programma di Ginecologia oncologica Humanitas San Pio X di Milano – Nel tumore ovarico i tassi di sopravvivenza sono al momento inferiori rispetto a quelli registrati in altri carcinomi femminili. Esistono alcuni fattori di rischio conclamati come la nulliparità , l’infertilità , l’obesità o altre neoplasie come quella mammaria. E’ stato anche dimostrato un maggiore rischio di malattia in donne Hiv positive o colpite da lupus eritematoso sistemico. Negli ultimi anni sono state messe a punto terapie con meccanismi d’azione molto innovativi. Si tratta di una patologia che presenta dei profili molecolari diversi e non è sempre perciò facile trovare percorsi di cura appropriati. E’ anche una forma di cancro che tende a ripresentarsi dopo essere già stata trattata con successo. La ricerca medico-scientifica deve trovare nuovi strumenti diagnostici-terapeutici per un tumore molto infido”.Â
“Il burnout è un grave e sottovalutato fenomeno che interessa un numero crescente di professionisti sanitari – rimarca Cinieri – Tra i più esposti ai suoi gravi pericoli vi sono i giovani oncologi medici. Sono colleghi che vivono situazioni di grande disagio anche a causa della loro minore esperienza. A complicare la situazione vi sono poi le molte problematiche che affliggono l’intera sanità italiana, come i grandi carichi di lavoro o l’eccessiva burocrazia. Tutto ciò può compromettere il dialogo e la fiducia tra medici e pazienti che invece devono essere alla base di una buona assistenza socio-sanitaria. Per sconfiggere il cancro è importante anche contrastare tra gli oncologi lo scarso entusiasmo per l’attività lavorativa, lo scetticismo o la sfiducia verso le proprie competenze. E’ questo l’obiettivo che ci siamo posti con il nostro progetto e proseguiremo con attività simili anche in altre neoplasie”. Â
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