(Adnkronos) – “Lo studio di fase III Flaura 2 ha confrontato”, in pazienti con carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule (Nsclc) metastatico Egfr mutato, “la combinazione di osimertinib e chemioterapia con lo standard di cura rappresentato da osimertinib in monoterapia. I risultati sono stati presentati in 2 tornate: nella prima si riferivano all’aumento della sopravvivenza libera da malattia e si passava dai 19 mesi dello standard ai 36 della combinazione; nella seconda si è valutata la sopravvivenza globale e si è visto che aumentava di circa 1 anno, passando da 3 anni per il solo osimertinib a 4 anni per la combinazione di osimertinib e chemioterapia”. Così Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia toracica dell’Istituto europeo di oncologia di Milano (Ieo) di Milano e presidente dell’Associazione italiana di oncologia toracica (Aiot), intervenendo oggi nel capoluogo lombardo all’incontro con la stampa dedicato alle nuove frontiere del trattamento del cancro al pomone ha illustrato i risultati dello studio che ha portato al via libera di Aifa alla rimborsabilità della combinazione osimertinib-chemioterapia per il trattamento in prima linea dei pazienti Nsclc con mutazione Egfr. Â
Tale indicazione ha imposto una riflessione sulla reintroduzione della chemioterapia nel trattamento. “Si deve pensare alla tollerabilità del paziente che, per avere una sopravvivenza maggiore di 1 anno, deve tollerare degli effetti collaterali della chemioterapia”, sottolinea de Marinis. Un aspetto però “giudicato tollerabile dagli autori dello studio, in ragione di ciò che conosciamo di questa chemioterapia – chiarisce – con grande vantaggio per i pazienti che presentavano metastasi cerebrali, i più complessi e con prognosi peggiore, che hanno trovato dalla combinazione con un vantaggio considerevole, trainando il dato della sopravvivenza. Non più chemio free e non più sola terapia biologica”, rimarca l’oncologo: “Dopo 10 anni di conoscenza dei meccanismi di resistenza ai farmaci biologici, riaggiungiamo la chemioterapia a un farmaco di terza generazione, ottenendo un risultato che a oggi non è stato ancora eguagliato”.Â
Sull’altra nuova indicazione che ha ottenuto la rimborsabilità da Aifa, osimertinib in monoterapia per il trattamento di pazienti Nsclc localmente avanzato, non resecabile, con mutazioni di Egfr e non progredito durante o dopo chemioradioterapia, de Marinis ha evidenziato che “lo stadio 3B dell’adenocarcinoma polmonare non operabile viene trattato con una combinazione standard di chemio e radioterapia, che sostituisce la chirurgia. Diversamente da quanto accade con gli adenocarcinomi senza mutazione Egfr, trattati con l’aggiunta di immunoterapia, nei pazienti con la mutazione Egfr l’immunoterapia non funziona, mentre è efficace l’inibizione del gene Egfr data da osimertinib” da solo. Su questo “non abbiamo ancora i dati della sopravvivenza globale, ma abbiamo quelli della sopravvivenza libera da progressione: si è passati da 5 mesi, nel caso di nessun trattamento dopo chemioterapia e radioterapia, a 36 mesi se dopo chemio e radio veniva aggiunto osimertinib. Un dato che rappresenta un nuovo standard che, fino ad oggi, AstraZeneca ci aveva permesso di utilizzare a richiesta negli ospedali. Oggi non c’è più questo bisogno: il Servizio sanitario nazionale ha riconosciuto il valore di questo farmaco”.Â
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